Pubblicato su politicadomani Num 85 - Novembre 2008

Per uscire dalla recessione globale
Spazzare via il marcio

di Maria Mezzina

Non è vero che la concentrazione del potere economico finanziario produce più ricchezza e che maggiore ricchezza produce benessere per tutti. Le tesi ultraliberiste degli ultimi decenni hanno miseramente fallito. Chi non ci ha mai creduto non ne è rimasto né sorpreso né particolarmente colpito. Ma il fallimento colpisce tutti: il sistema economico mondiale è a rischio e si moltiplicano i tentativi per salvarlo.
Restiamo in Italia.
Alitalia è stata salvata, forse, a spese dei contribuenti. Ci dicono che le nostre banche sono sicure. Ma intanto, per salvare le banche, negli Usa saranno usati 700 miliardi di dollari dei contribuenti. I venti di recessione deprimono i mercati mondiali, polverizzano i risparmi, penalizzano i consumi e bloccano la produzione. La parola “recessione”, con il suo seguito di crisi occupazionale e aumento della povertà, continua ad essere usata con estrema cautela: per non allarmare e provocare così ulteriore decrescita, ci spiega il prof. Ciminello (pgg. 6 e 7), un’autorità in fatto di finanza etica. Continua a crescere il divario fra chi stenta a sopravvivere e i miliardari nababbi di sempre, con il loro codazzo di manager e CEO superpagati in milioni di dollari/euro, fino a 19mila volte di più di un comune mortale; milioni che paghiamo noi, dimostra un’interessante ricerca (pag. 4).
I sindacati sono in crisi. Per troppo tempo hanno abdicato al loro ruolo e hanno commesso errori su errori, con conseguenze spesso drammatiche. La recente vicenda Alitalia insegna.
Anche la scuola è in subbuglio: decine di migliaia di docenti a fare “altre cose”; drastica diminuzione delle risorse per l’università e la ricerca; occupazioni e sit in; disagi per tutti, a partire dai bambini più vulnerabili.
Però è stata tolta l’immondizia dalle strade di Napoli. Sarà, ma per metterla sotto il tappeto, a fermentare e a percolare in piena città; e con l’obiettivo di ridurla tutta in fumo, ovvero in polveri sottili, inquinanti e cancerogene. E mentre la raccolta differenziata langue, si fanno campagne promozionali mediatiche a favore dei megainceneritori e del nucleare.
Curioso che, in tanto sfacelo, si perda tempo a parlare di quanta gente c’era il 25 ottobre al Circo Massimo a Roma. Mentre se ne sta per andare anche quella parvenza di democrazia rimasta con il sistema proporzionale e le preferenze alle europee. Ora si lavora alacremente perché non ci siano più preferenze e, visto che sono sparite tante voci a sinistra come a destra (che fine ha fatto il partito di Fini, quella Alleanza Nazionale che doveva diventare la nuova grande forza riformista di destra?), è di fatto sparito in Italia anche il proporzionale.
I sondaggi impazzano: chi ha paura della realtà preferisce tenere la testa sotto la sabbia. E così Berlusconi può stare tranquillo. Che guai a disturbarlo: lui deve lavorare.
Dove sta l’opposizione? Schiacciata su Veltroni, gioca a dare i numeri: quelli della piazza. Con buona pace di tutti. A meno che la recessione non si trasformi in bufera e allora, sul serio, ci sarà da fare per tutti per superare la crisi. Sperando che, finalmente, si ascoltino coloro che da anni vanno invocando una economia sana, una finanza etica, una imprenditorialità morale e rispettosa dei lavoratori e dell’ambiente; e si mettano finalmente da parte tutti quei maghi, pifferai, venditori di fumo, insaziabili e avidi personaggi che giocano con la buona fede della gente. La crisi sarà salutare se riusciremo a spazzare via tanta immondizia intellettuale e morale che ci circonda.

 

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